giovedì 21 gennaio 2010

Non paga la bolletta gli pignorano la casa

Messaggero Veneto — 21 gennaio 2010   pagina 14   sezione: UDINE

Porpetto PORPETTO. Equitalia gli pone sotto sequestro la casa e le pertinenze per non aver pagato al comune di Porpetto, la quota inerente il servizio di depurazione per gli anni che vanno dal 1998 al 2004, per la risibile somma di 1.665,90 euro. E ieri gli comunica che “procederà con l’esecuzione forzata” qualora non provvedesse entro cinque giorni a sanare la situazione debitoria. Questo è quanto accaduto ad un cittadino di via Garibaldi a Porpetto (ma altri sono nelle medesime condizioni) che, dopo aver vinto i ricorsi presentati contro il Comune di Porpetto alla Commissione tributaria provinciale inerenti il pagamento del servizio di depurazione per gli anni 2005 e 2006, in quanto il servizio non era effettivamente reso, ha ricevuto in data 20 ottobre 2009 (ma in realtà la comunicazione è arrivata dopo) la notifica di iscrizione di ipoteca sulla casa e sulle pertinenze, con l’invito al pagamento di quanto dovuto entro 60 giorni, per gli anni antecedenti i due ricorsi. Il cittadino porpettese, che ha sempre pagato la tariffa di scarico fognario, si è immediatamente attivato prima chiedendo un parere all’Ato che affermava la cosa fosse di competenza comunale, poi con Equitalia alla quale chiedeva la sospensione del provvedimento a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che dichiarava incostituzionale il pagamento del servizio di depurazione laddove questo non fosse stato effettivamente reso. La società di riscossione ha ribadiva che sono soltanto “esattori” e che spettava al sindaco “bloccare la cosa”. A questo punto è stata fatta richiesta, sia verbale che per lettera, al sindaco di Porpetto, Pietro Dri, per la sospensione («visto che nel programma elettorale affermava che avrebbe rimborsato i canoni secondo la normativa dell’Ato») in attesa anche della pubblicazione del decreto applicativo della sentenza della Corte costituzionale. Ieri, l’ultima puntata («a 60 giorni esatti dall’invio dell’iscrizione ipotecaria, ma non dall’arrivo della stessa, alla quale fa fede il timbro postale») della vicenda: l’arrivo dell’ingiunzione al pagamento, entro cinque giorni, o si procederà con l’esecuzione forzata. Quello che il cittadino ora si chiede quali saranno le successive “mosse” di Equitalia, ovvero se effettivamente intende procedere con l’espropriazione degli immobili in questione a fronte di neppure due mila euro, ma soprattutto quale sarà l’atteggiamento del comune che «può ma non vuole sospendere il procedimento, nonostante la sentenza della Corte costituzionale». (f.a.)

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